Contributo al percorso di adesione della Valle Savio (FC) al programma nazionale delle Aree interne.
Estratto: “Ciò che è certo è che il progetto di sviluppo che si vuole rendere esplicito nasce nell’era degli eventi estremi, di cui la pandemia del coronavirus è solo l’ultima drammatica manifestazione.
Cosa è un evento estremo per una area interna? E’ un evento che ne amplifica la marginalità
perché un’area interna non avrà mai la reattività e le infrastrutture in scala sufficienti per arginare
una crisi di sistema. Ma può diventare anche un terreno di progettazione di come le aree
montane possano svolgere un ruolo importante nella riduzione del rischio sistemico. E’, infatti,
in preparazione ad eventi estremi (di carattere naturale, sanitario o sociale) che è possibile
ripensare ad una centralità della montagna in tema di tutela del territorio, preservazione
dei servizi ecosistemici vitali per la città, decongestionamento dei servizi di welfare, nuovo
progetto abitativo. Nuova centralità che non dovrebbe nascere solo sulla base di sussidi alla
montagna, ma da un “patto di territorio” tra aree urbane ed aree interne, volto allo scambio
sostenibile di produzioni e servizi, ancora più solido se realizzato su scala regionale. Questo
esige non tanto un modello di emergenza permanente, ma una tensione costante verso un
progetto di nuova sostenibilità che costruisce un territorio resiliente e non vulnerabile e che
riconosce che i territori montani fanno parte di un vasto ecosistema di sviluppo.”
Qui il testo pubblicato sulla Rivista “tra il dire e il fare” dell’Archivio OSvaldo Piacentini